Rilancio di AMMPE ITALIA 2023

“Le donne cambiano il mondo” è il titolo con il quale il capitolo italiano dell’Associazione Mondiale delle Giornaliste e Scrittrici AMMPE (dalla sigla in spagnolo, Asociación Mundial de Mujeres Periodistas y Escritoras, fondata nel 1969 a Città del Messico di cui fanno parte 30 Paesi) ha voluto rilanciare le attività per l’anno in corso.

Aprendo i lavori presso l’Associazione della Stampa Estera, la vicepresidente di AMMPE Italia Alba Kepi, scrittrice e corrispondente a Roma per RTV Ora News Albania, dopo aver portato i saluti della Presidente della Stampa Estera, Esma Çakir, si è presentata: “Vengo da un paese piccolo di fronte all’Adriatico Italiano, nel cuore dell’Europa, con un storia europea ma non ancora parte dell’Unione Europea. La mia Albania ha vissuto per quasi mezzo secolo una dittatura feroce e io sono cresciuta come donna, figlia, studentessa, professionista, senza l’esistenza di un’associazione di donne, per le donne”.

“Per questo ho accolto l’invito di far parte di AMMPE Italia come un’opportunità per me e per le altre donne: madri, figlie, giovani professioniste che come me, vengono da paesi in cui le condizioni sociali, economiche, politiche e a causa di altri sviluppi storici, hanno vietato queste realtà”.

“Ho scelto una parola per augurare questo nuovo anno per noi donne giornaliste e scrittrici: solidarietà”, ha aggiunto. “La solidarietà ci deve unire nelle nostre sfide, in questo mondo in cui la libertà di espressione, i diritti lavorativi, i diritti umani, il linguaggio, i valori, non vengono rispettati e spesso minacciati dai poteri della nostra società. I dati, i rapporti, gli studi, le analisi sulle donne in carriera, donne in famiglia, donne violentante, minacciate, denigrate solo perché sono donne, o tragicamente vittime sono un punto importante per analizzare lo stato di salute della nostra società, e per unirsi di più una all’altra e per dare più valore e concretezza alla parola solidarietà”.

“Ci siamo accorte, inoltre, che manca un sistema, in cui questi dati, le nostre analisi, le nostre problematiche, le nostre battaglie, la nostra esperienza collaborativa insieme, possa unirsi e creare una realtà concreta e attiva che possa lavorare come un’agenzia dell’informazione per le donne e contribuire per divulgare i nostri obiettivi: creatività e informazione”, ha concluso.

La giornalista e scrittrice, Presidente di Ammpe Italia, Patricia Mayorga ha spiegato perché si parla di “rilancio” di Ammpe Italia: la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate del capitolo italiano di Ammpe è stata fatta, nel 2020 solo due settimane prima che l’Italia entrasse in lockdown e sebbene durante tutto il periodo critico ci sono state diverse iniziative, non si è mai fatto un “lancio” formale dovuto, anche al fatto che il capitolo era impegnato nell’organizzazione del XXIV Congresso che si è svolto a Roma tra il 14 e il 17 di settembre. La Presidente ha ricordato che il XXV Congresso si svolgerà alla fine del 2024 a Punta Arenas, nella Patagonia cilena e ha invitato a tutte e tutti a partecipare.

Poi, ha fatto cenno al difficile periodo che stiamo percorrendo e alla mancanza di credibilità del giornalismo. In questo senso ha richiamato all’uso del buon giornalismo che nel caso delle donne passa anche attraverso “un’attenzione quasi maniacale” del linguaggio di genere, ma non solo: “ecco perché è essenziale continuare a utilizzare lo stesso strumento di sempre: il buon giornalismo”, ha detto. “Quel giornalismo coraggioso e imparziale che ognuna, probabilmente con sfumature diverse, ha sempre utilizzato, quella prospettiva femminista il cui obiettivo finale è fornire informazioni veritiere, cercando con tutti i mezzi di affrontare le numerose bufale, gli stereotipi e le minacce che ci assillano per un solo fatto: essere donne, essere comunicatrici e dire la verità” ha aggiunto.

Nel suo intervento, la Consigliera Comunale, Vice Presidente delle Commissioni Statuto ed Innovazione Tecnologica e Urbanistica di Roma Capitale, Antonella Melito, si è incentrata sulla parola “solidarietà” e sull’importanza del linguaggio tra le donne che non viene espresso solamente con la capacità ma anche attraverso il modo di esprimersi, di porsi, di parlare attraverso le parole ma anche attraverso l’emotività e l’espressività.

Ha affermato “che la forza delle donne sia proprio nella scelta di non omologarsi al linguaggio degli uomini, sia fisico o verbale; nella nostra società l’uomo è in gran parte quello che dice, è quello che fa, ed è quello che crede di essere, la donna invece deve sempre parlare di qualcosa che le è stato affidato o chiesto”.

“Cambiare il mondo: su questo le donne hanno una marcia in più, che parta innanzitutto dal non spaventarsi della possibilità di esprimersi in un linguaggio che è prettamente femminile, che non esprime soltanto il messaggio al quale vogliamo arrivare ma esprime anche, quella possibilità di fare squadra e quella solidarietà fra donne che poi ti porta a concretizzare quel messaggio” ha aggiunto.

Ha, poi, auspicato che “quello che devono essere in grado di fare le donne è un po’ quello di invadere il campo, in tutti i settori, poiché il mondo è di tutti, cambiandolo insieme,  soprattutto con il linguaggio e con la scrittura femminile”.

La Segretaria Generale di AMMPE Italia, MariaChiara Petrassi si è soffermata sull’evoluzione del giornalismo, da quello tradizionale fino ad arrivare al più recente, caratterizzato dai social media, dalle fake news e dai continui canali di informazione. Ha fatto un cenno specifico sul linguaggio, spiegando che “dire segretario faccia riferimento al segretario dell’Onu e dire segretaria, invece, faccia riferimento alla donna che porta il caffè al capo, evidenza che nella realtà esistono due società culturali: una per gli uomini e una per le donne”. Ha sottolineato quanto sia importante apprendere dalla professionalità delle storiche giornaliste, auspicando fiducia nelle nuove generazioni.

La relazione di Daniela Carlà, dirigente della pubblica amministrazione promotrice di Noi rete donne (rete di professioniste ed esperte nato oltre 10 anni fa per promuovere a 360° la Democrazia Paritaria) si è incentrata sulla necessità di rafforzare la democrazia in tutto il mondo, per far avanzare i diritti e la partecipazione delle donne: “E’ finita l’epoca in cui la parola democrazia non si aggettivava”, ha detto, “oggi in qualsiasi analisi si aggettiva, perciò dobbiamo lavorare su come aggettivarla per renderla fruibile e solida”.

Poi, facendo riferimento ai recenti avvenimenti del Brasile, ha sottolineato come si sia parlato di fascismo, di populismo, di degenerazione antidemocratica, ma non si è evidenziata la componente del machismo. Nelle foto giunte dal Brasile, come anche in quelle dell’assalto alla Cgil di qualche anno fa, le donne o non ci sono o sono poche.

Inoltre, si è soffermata sul valore simbolico del passaggio di consegne, valore simbolico da recuperare e intridere di contenuti. Infine, ha avanzato la proposta di creare un osservatorio annuale sulla Democrazia Paritaria nel mondo, “senza paura di analisi originali, anzi rifuggendo dalla riproposizione di quelle consuete che non aiutano a capire l’evoluzione di situazioni che mutano velocemente”.

Rosa Praticò, Consigliera per AMMPE Italia, ha spiegato quanto il mondo abbia una tendenza individualista e che il nostro dovere è quello di scardinare quest’idea, poiché solo creando un collante fra di noi, per quello che sono le nostre competenze, si può combattere quest’inclinazione negativa. Ha evidenziato quanto le donne riescano ad essere sempre pronte in vari fronti “come madri, mogli, amministrando quella che è la prima azienda, ossia la famiglia, senza rinunciare ai sogni personali di ognuna”.

Infine, la relazione di Rebecca Cenzato, giovane laureata in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e CEO di MUSAsi è incentrata su la sua proposta di fabbricare assorbenti igienici prodotti dalla fibra di banano per le donne africane: “Da precedenti esperienze di vita personale, conoscevamo la problematica della povertà mestruale e quindi abbiamo deciso di focalizzaci su questo aspetto della povertà”, ha detto.

Poi ha ricordato le enormi difficoltà delle donne in alcune aree del mondo nel poter condurre normalmente una vita sociale e lavorativa nel periodo mestruale: “Spesso la povertà viene associata alla fame, all’assenza dei servizi sanitari, all’acqua pulita etc, però esiste anche questo aspetto che riguarda le donne che non possono, durante il periodo mestruale, essere libere di uscire di casa, andare a scuola o andare a lavorare.  Siamo partiti dalle risorse disponibili, non utilizzate, quindi a basso costo, che attualmente vengono gettate e non sfruttate”, aggiunge.

Cenzato e il suo team hanno scoperto che le piante di banano vengono periodicamente tagliate al piede nelle coltivazioni e una volta raccolti i frutti, tutto questo materiale e lo stelo della pianta, viene lasciato marcire nei campi o bruciato, insomma non se ne fa nulla: “In realtà”, ha sottolineato “abbiamo scoperto che dagli steli delle piante di banano si può estrarre una fibra con cui poi si possono fare diverse cose”. In questo momento il progetto è focalizzato in Ruanda, “però avevamo studiato la fascia Subsahariana dove vengono prodotte maggiormente le banane, quindi anche Uganda, Tanzania, Zimbabwe”.

La scelta del Ruanda si deve ai contatti pregressi, ma “potenzialmente il nostro modello è applicabile, con le dovute modifiche date dal luogo, in qualsiasi posto in cui si hanno disponibili grandi quantità di fibra di banano”.

Infine la Presidente ha ringraziato le relatrici, le colleghe e amiche presenti e ha rilanciato l’idea di creare un’agenzia stampa internazionale che dia spazio alle notizie riguardanti l’universo femminile che non trovano sempre (quasi mai) approdo nella stampa mondiale, che si avverte come una necessità non più procrastinabile.