Dichiarazione sull’assassinio della giornalista Malala Maiwand in Afghanistan

L’Associazione Mondiale di Giornaliste e Scrittrici (AMMPE) condanna l’assassinio della nostra collega afghana Malala Maiwand, uccisa a colpi d’arma da fuoco assieme al suo autista a Jalalabad (Afghanistan). Si tratta del più recente di una serie di omicidi selettivi commessi nel Paese contro figure influenti della società civile.

Da circa un anno si sono intensificati gli attacchi verso giornalisti, figure religiose, difensori dei diritti umani e studenti in un’escalation che cerca di annichilire la libertà di espressione e che sarebbe cominciata dopo il trattato firmato lo scorso febbraio tra Stati Uniti e talebani e in seguito, da settembre, con il dialogo diretto del gruppo integralista musulmano col Governo di Kabul.

Malala Maiwand lavorava come presentatrice nell’emittente televisiva locale Enakas e inoltre svolgeva un ruolo attivo nella comunità come attivista della società civile. In un breve comunicato diffuso da uno dei canali di propaganda dello Stato Islamico (ISIS) su Telegram, il gruppo ha rivendicato l’attentato.

Roma, 12 dicembre 2020

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