ENI: lo sviluppo è il nuovo nome della responsabilità sociale d’impresa

L’impegno della società energetica in Africa, ispirato agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite

Port Said, Egitto. Nell’edificio color ocra della quinta città più popolosa del Paese i ragazzi si preparano ad andare a scuola. Sono circa 800 studenti tra i 15 e i 18 anni, ragazze e ragazzi, quelli che dall’anno scorso sono iscritti alla Zohr Applied Technology School costruita dalla società energetica internazionale Eni, con il coinvolgimento di oltre 20 aziende nel progetto e dell’Istituto Don Bosco del Cairo, per formare i professionisti e le professioniste del domani nel settore energetico e informatico.

È uno dei progetti di sviluppo locale portati avanti dalla società energetica nei Paesi in cui è presente. Le iniziative sono realizzate per rispondere alle esigenze dei territori e per questo sono costruite al tavolo con le autorità competenti, di livello comunale, regionale o nazionale, per contribuire concretamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Tra queste quelle per migliorare l’accesso all’energia, all’acqua, all’educazione e ai servizi sanitari, oltre che la diversificazione economica. Tutto questo anche con un’attenzione particolare alle tematiche di genere.

DONNE E GIOVANI: OBIETTIVO PRIORITARIO

In Egitto sono molto interessanti i progetti che prevedono la formazione giovanile e l’empowerment femminile che l’Eni, in collaborazione con il Ministero del Petrolio e in partenariato con il Ministero della Salute egiziani, ha avviato al fine di contribuire al rafforzamento dei servizi sanitari di base e di emergenza nel governatorato di Port Said, per rispondere al bisogno crescente di servizi nelle aree periferiche del Paese.

A Bouaké, in Costa d’Avorio, Eni ha avviato un progetto che prevede la distribuzione di 100.000 stufe in 6 anni per sostituire i tradizionali metodi di cottura a biomasse. Così si riduce da un lato la pressione sulle foreste, risorsa primaria nel Paese, e dall’altro l’inquinamento domestico.

Anche in Ghana è partito un progetto simile nel distretto di Ellembelle, a ovest del Paese: il Rural Clean Cooking, che prevede in primis una campagna di sensibilizzazione sull’uso di fornelli migliorati per garantire l’accesso a fonti di energia più sostenibili e moderne.

In Mozambico, Eni ha inaugurato a luglio 2022 un’infrastruttura sportiva di 600mq e un’area giochi per bambini presso la scuola primaria della comunità Cidadela das Crianças, situata a Maputo, che ospita circa 500 studenti. L’inclusione delle attività sportive nel curriculum consente un’istruzione inclusiva, equa e di qualità, contribuendo inoltre ad ampliare le opportunità di apprendimento.

 

Sempre in Mozambico, Eni ha portato avanti un progetto destinato alla prevenzione di uno dei tumori che più colpisce le donne, il cancro della cervice, che ha un impatto molto significativo sulla mortalità femminile.

Il progetto si sviluppa in tre fasi: garantire le attrezzature e le forniture per 21 centri sanitari; sostenere la formazione degli operatori sanitari sui metodi di screening e trattamento delle lesioni precancerose, e, infine, promuovere le attività di sensibilizzazione del pubblico, in quanto si stima che uno screening periodico potrebbe ridurre del 25-30% la mortalità dovuta a questo tipo di tumore. 

Non solo educazione e salute, ma anche accesso all’acqua. A febbraio 2022 Eni, Unicef e l’Unione Europea hanno lanciato un progetto da 7 milioni di dollari per migliorare la qualità dell’acqua a Bassora, in Iraq, per 850mila persone, tra cui 160mila bambini.

L’obiettivo è fornire entro il 2024 l’accesso a «servizi idrici di qualità e resistenti al clima» ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie nelle due aree dei bacini idrici di Al-Baradiya e Al-Jiha a Bassora, che comprendono 40 scuole e 21 centri sanitari.

Tramite il progetto, in partnership con il Governatorato di Bassora, Eni mette a disposizione i propri impianti di trattamento dell’acqua di Al-Baradiya – ciascuno con una capacità di 400mila litri per ora – avvalendosi del sostegno del Ministero del Petrolio e della Basra Oil Company.

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