Il silenzio è la peggiore risposta alla violenza contro le ragazze e le donne

Punta Arenas (Cile), 25 novembre 2022.- La violenza contro le ragazze e le donne è una pandemia che non siamo riusciti a fermare nel mondo, nonostante gli sforzi quotidiani. Come riconosciuto dalle Nazioni Unite, si tratta di una delle più diffuse, persistenti e devastanti violazioni dei diritti umani.

Secondo le Nazioni Unite, una donna su tre subisce una qualche forma di violenza di genere e ogni 11 minuti una donna o una ragazza viene uccisa da un familiare in qualche parte del mondo.

È un male con forti radici culturali che oggi ripudiamo unendoci alla commemorazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa è una delle questioni che più preoccupano l’Associazione Mondiale delle Donne Giornaliste e Scrittrici (AMMPE).

La nostra associazione, oltre a essere attenta a tutti i tipi di violenza di genere, è inorridita dai crescenti attacchi contro le giornaliste e le scrittrici che sfidano i regimi totalitari, si confrontano con i gruppi di potere, combattono la corruzione e/o denunciano le atrocità del traffico di droga, delle guerre e delle insurrezioni, tra gli altri mali.

Situazioni come quelle vissute di recente – la detenzione senza precedenti di giornaliste in Iran, l’assassinio di reporter nei Paesi dell’America Latina, la detenzione di scrittrici e le molestie e la censura che continuano a essere applicate in varie parti del mondo – sono eventi che non possono essere accettati. Né l’impunità né il silenzio possono prevalere su di loro.

Tutto questo ci ricorda l’evento che ha portato all’istituzione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: l’omicidio delle sorelle Mirabal nel 1960.

Anche la guerra e i conflitti interni in molti Paesi espongono le donne a ogni tipo di violenza. In particolare, siamo solidali con le donne corrispondenti di guerra e ricordiamo che tra gli otto giornalisti uccisi nella guerra russa contro l’Ucraina c’è una produttrice ucraina.

Ogni azione contro la libertà di espressione e di stampa è di per sé un attacco alle donne, che rappresentano il 50% della popolazione mondiale e che, in molte società, sono tra i gruppi più vulnerabili.

Come AMMPE, ci uniamo all’appello delle Nazioni Unite, unendoci all’attivismo globale per porre fine alle violazioni dei diritti delle ragazze e delle donne, perché sappiamo che il silenzio è la peggiore risposta alla violenza di genere.

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