Shiereen e Francisca martiri del loro lavoro

Due omicidi in due luoghi molto distanti, ma uniti dal dolore e dall’impotenza di fronte all’assassinio delle due giornaliste Shireen Abu Akleh e Francisca Sandoval, il cui unico crimine è stato quello di raccontare la verità, una in Israele, l’altra in Cile. 

Entrambi gli omicidi costituiscono un crimine contro la stampa e l’umanità: la giornalista palestinese Shereen Abu Aqleh, corrispondente di Al Jazeera, è stata assassinata direttamente e deliberatamente mentre era in missione per coprire l’incursione delle forze israeliane nel campo profughi di Jenin, mercoledì 11 maggio 2022. Anche il suo collega, Ali Alsamuda, è stato colpito alla spalla dalle forze israeliane.

Da parte sua, Francisca Sandoval, giovane giornalista cilena e reporter del canale televisivo comunitario Señal 3 La Victoria, è stata colpita da un proiettile mentre faceva un servizio sulla manifestazione del Primo Maggio nel centro di Santiago del Cile. Portata in ospedale in coma irreversibile, Francisca è morta il 12 maggio, diventando la prima reporter uccisa in servizio in Cile dai tempi della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990).

In nessuno dei due casi si può parlare di «errore». La collega di Al Jazeera indossava uno speciale giubbotto antiproiettile con la scritta «press» e un elmetto, ma i fatti dimostrano che prendere di mira i giornalisti in modo esplicito e diretto è una politica sistematica adottata dalle forze israeliane per impedire loro di rivelare gli orribili crimini commessi dalle forze israeliane contro i civili palestinesi.

Il caso di Francisca è diverso, poiché riguarda la sua uccisione `stata in mano di criminali comuni, ma rivela comunque la matrice politica dell’omicidio e la negligenza delle istituzioni di polizia. In un comunicato, l’Associazione nazionale delle donne giornaliste del Cile (ANMPE) chiede «al governo di salvaguardare con urgenza la sicurezza dei giornalisti, delle giornaliste e della stampa sul territorio», perché, sottolinea il comunicato, «non possiamo permettere che un giornalista venga assassinato nel nostro Paese». 

REPRESSIONE ANCHE AL FUNERALE DI SHIREEN

Le forze israeliane hanno attaccato i partecipanti al funerale di Shireen, un’azione condannata da tutto il mondo e che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, ha definito «scioccante», chiedendo un’indagine trasparente. «L’uso della forza da parte delle forze israeliane, che è stato filmato e trasmesso in diretta, è stato probabilmente non necessario e deve essere indagato in modo rapido e trasparente», ha dichiarato Bachelet in un comunicato.

Nel corso del 2021, il Centro palestinese per la libertà e lo sviluppo ha documentato più di 368 violazioni contro i giornalisti, tra cui155 violazioni dirette, compresi feriti e morti, tra cui l’uccisione di tre giornalisti durante l’assalto alla Striscia di Gaza.

Quest’anno il bilancio delle morti dei giornalisti e delle giornaliste è in aumento. La guerra in Ucraina ha causato finora la morte di 21 professionisti.  Tuttavia, è il Messico a detenere il triste primato: quest’anno sono stati uccisi 11 giornalisti di entrambi i sessi. Le ultime vittime sono state Yessenia Mollinedo e Sheila García Olivera a Veracruz la settimana scorsa e pochi giorni prima Luis Enrique Ramírez a Culiacán.

È urgente una mobilitazione mondiale e un’attenzione costante per fermare questo vero e proprio massacro di professionisti la cui unica colpa è quella di dire la verità.

 

 Alaa Karajah                                                                                  Patricia Mayorga,

AMMPE Palestina                                                                  Presidente AMMPE WORLD

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