Le organizzazioni internazionali e nazionali che si battono per la libertà di stampa hanno firmato in questa città la “Dichiarazione di Santiago + 30”. La dichiarazione affronta le nuove sfide politiche, sociali e tecnologiche che il giornalismo deve affrontare in tutto il mondo.

L'Associazione mondiale delle donne giornaliste e scrittrici ha partecipato a questo evento, rappresentata dalla sua presidente Elia Simeone.

Tra i firmatari figurano l'Inter American Press Association (IAPA), l'Associazione mondiale degli editori di notizie (WAN-IFRA), il Committee to Protect Journalists (CPJ) e le associazioni nazionali dei media di nove Paesi dell'America Latina e dell'Europa, tra cui Spagna, Portogallo, Argentina, Cile, Brasile, Colombia, Messico, Perù ed Ecuador.

Riunite in un incontro organizzato dall'Associazione Nazionale della Stampa presso l'Università Cattolica del Cile, le entità giornalistiche propongono una nuova prospettiva sulla “Dichiarazione di Santiago” pubblicata nel 1994 nella capitale cilena sotto gli auspici dell'UNESCO. L'obiettivo è quello di riaffermare “l'impegno per una stampa libera, un discorso pubblico vibrante e la fioritura di società democratiche in Iberoamerica e nei Caraibi”.

La “Dichiarazione di Santiago + 30” si inserisce nel contesto dell'incontro convocato dall'UNESCO sempre in questa città, per celebrare la Giornata mondiale della libertà di stampa. Nel 1994 si era tenuto sul tema “Sviluppo dei media e democrazia in America Latina e nei Caraibi”, mentre questa volta il tema dell'incontro sarà “Il giornalismo di fronte alla crisi ambientale”.

Le associazioni giornalistiche contribuiscono al dibattito sulle nostre libertà, sulla democrazia e sulla sostenibilità dell'industria giornalistica. Ciò è avvenuto anche nel 2021 con la “Dichiarazione di Windhoek + 30”, un documento che affronta le sfide della trasformazione dei media digitali - in quel caso in Africa - e l'impatto delle grandi aziende tecnologiche e dei social network sulla libertà di espressione.

I contenuti della “Dichiarazione di Santiago + 30” sono stati presentati nel corso del ciclo di conferenze organizzate dall'UNESCO, in particolare durante il panel intitolato “Perspectives for updating the Santiago Declaration for the new era”, in programma venerdì 3 maggio presso il Centro culturale Gabriela Mistral in Cile. Al panel hanno partecipato il presidente di WAN-IFRA Fernando De Yarza López-Madrazo e il presidente di IAPA Roberto Rock.

La La “Dichiarazione di Santiago + 30” esorta gli Stati, le organizzazioni intergovernative, le aziende tecnologiche, i media e il giornalismo in generale a intraprendere “uno sforzo collaborativo” per consolidare “la libertà di espressione come diritto umano fondamentale e pietra angolare delle società informate e democratiche”.

Tra i punti salienti, il documento invita gli Stati a evitare narrazioni di polarizzazione politica, a proteggere i giornalisti, a garantire il libero flusso di informazioni e l'accesso all'informazione pubblica, a sostenere la sostenibilità del giornalismo indipendente e a incoraggiare condizioni di negoziazione equilibrate tra i media e le aziende tecnologiche per la distribuzione dei contenuti.

Il documento invita inoltre le organizzazioni intergovernative a promuovere politiche pubbliche a favore di una stampa plurale e indipendente, a incoraggiare la creazione di punti vendita di media nelle aree rurali e a promuovere campagne pubbliche per l'alfabetizzazione mediatica e digitale.

Alle aziende tecnologiche chiede trasparenza nelle politiche di moderazione dei contenuti, lotta alla disinformazione, rispetto delle leggi sul diritto d'autore e sulla proprietà intellettuale, esplorazione di nuovi modelli di business sostenibili per tutte le parti, garanzia di un giusto compenso per i contenuti giornalistici che distribuiscono e rispetto dei principi di concorrenza nell'ecosistema pubblicitario.

I media e il giornalismo sono invitati a resistere alla censura, all'autocensura e alle influenze indebite; a sostenere i principi di qualità e trasparenza; a creare protocolli di sicurezza per il personale e a rafforzare le politiche di inclusione di genere, razziali e di diversità. Sono inoltre incoraggiati a esplorare nuovi modelli e strumenti di business per una maggiore sostenibilità.